CELEBRAZIONI RAFFAELLESCHE
L’EREDITÀ UMBRA
IN MOSTRA A PERUGIA

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Raffaello è stato uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, e in occasione dei 500 anni dalla sua morte (avvenuta il 6 aprile 1520), le Regioni Marche e Umbria hanno dato vita a un intenso programma di manifestazioni, mostre ed eventi (iniziate nel 2019), definite complessivamente “Celebrazioni raffaellesche“, che si concentrano (ma che non si esauriscono) in particolare nelle città maggiormente legate legate alla vita dell’artista, Urbino, Città di Castello e Perugia.
Su questa traccia, la Fondazione CariPerugia Arte e l’Accademia di Belle Arti di Perugia hanno organizzato nel capoluogo umbro la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, che verrà allestita a Palazzo Baldeschi da aprile a ottobre 2020.
La mostra sarà articolata in due parti: la prima sarà dedicata al periodo umbro di Raffaello, “grazie ad una importante sezione multimediale con straordinarie videoproiezioni immersive – fa sapere l’organizzazione – e all’esposizione di alcune opere dei maestri di Raffaello: Perugino, Pintoricchio e Signorelli”. “L’altra sezione, prettamente espositiva, è dedicata all’eredità lasciata dall’artista soprattutto in ambito accademico”.

LA FONDAZIONE CARIPERUGIA “PRONTA A COLLABORARE”

“Le celebrazioni raffaellesche sono una occasione di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e di promozione del territorio – ha affermato Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione CariPerugia Arte – che l’Umbria, e Perugia in particolare,  non poteva farsi sfuggire. E c’è riuscita. È stato realizzato un programma di eventi e di mostre di grandissimo livello in grado di richiamare visitatori e turisti anche su scala internazionale e soprattutto è stata tessuta una rete di collaborazioni e sinergie tra varie realtà che, ne sono convinta, permetterà al nostro territorio di cogliere al meglio le opportunità che questo grande evento può offrire. Noi siamo pronti a collaborare”.

RAFFAELLO… DE’ SANTIS

Raffaello, noto col cognome di Sanzio ma ricordato dai contemporanei come de’ Santis o Sanctis, nacque a Urbino nel 1483. Suo padre era un valente pittore con bottega propria e da lui probabilmente Raffaello acquisì i primi rudimenti della pittura sacra e dell’affresco. Morto il padre quando Raffaello aveva solo 11 anni, andò a bottega da Perugino, ma già a 16-17 anni era considerato un professionista autonomo. Per dieci anni lavorò col Perugino, da cui progressivamente si distaccò, anche artisticamente, ricercando tratti e forme più lievi, luminose e leggere rispetto alla tecnica del suo maestro. Ne è un esempio il confronto tra le coeve opere sul tema dello Sposalizio della Vergine.

Nell’immagine: a sinistra lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, a destra l’opera sullo stesso tema del suo maestro Perugino (1504)

Si spostò poi a Città di Castello, a Perugia, Siena e Roma e progressivamente acquisì una notorietà sempre maggiore, che gli consentirono di ottenere cospicue e importanti commesse in ambiente ecclesiastico e nobiliare, sia pittoriche sia come architetto, che tuttavia in molti casì non riuscì a portare a termine.
Tra le sue opere più famose troviamo la Madonna del Cardellino, la delicata Madonna del Balvedere, la Scuola di Atene e tante altre, senza contare la sovraintendenza ai lavori della Basilica di San Pietro come successore del Bramante, dal quale trasse sovente ispirazione. Morì a Roma, secondo la leggenda nello stesso giorno e alla stessa ora della sua nascita.

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